Frammenti
 
di John O’Brien
 
Sin dagli anni ’60, la fiber art si è continuamente riallineata con i modelli contemporanei dell’arte concettualizzata che si occupano solamente di definizioni di genere tradizionale rimandando alla definizione più vasta delle pratiche artistiche attuali. Così le tradizioni dell’uso di tecniche e materiali vengono sì mantenute ma estrapolate dagli imperativi della storia della loro artigianalità e funzione.
E’ sintomatico perciò considerare la seconda edizione della Biennale di “Amelia: la Fiber Art al Centro” quale registrazione di un epicentro di attività che continuano a produrre opere d’arte contemporanee eseguite con la fibra (collegata ad altri numerosi procedimenti e materiali) che vanno ben oltre la predilezione dei tempi passati per un’interpretazione, uso e apprezzamento del lavoro tessile del tutto ristretti e limitati.
Il piccolo formato, il minitessile, che impone concentrazione e attenzione nei riguardi degli artisti che lavorano in questo settore, permette anche una panoramica dei diversi modi di lavorare nell’ambito della Fiber Art senza porre problemi consistenti di trasporto e installazione espositiva.
Inoltre è un formato standard che compare regolarmente in mostre internazionali queli quelle di Como o Szombathely.
Il fatto che questo appuntamento ha in programma la presentazione dei minitessili di 19 artisti oltre a due installazioni e comprende due performance, dà un’idea della vitalità della fiber art rispetto alla generale produttività artistica.
La Fiber Art al Centro si terrà al Museo Archeologico di Amelia e gli artisti hanno fatto riferimento a questo luogo particolare invitati dall’organizzazione a produrre “Frammenti Tessili”, con riferimento alla collezione dei frammenti archeologici esposti nel Museo. I lavori verranno posizionati entro le sale del Museo e dialogheranno con lo spirito del luogo e, per dirla con le parole dell’organizzazione, “la mostra vuole presentare nuovi linguaggi espressivi e artistici che, mentre posseggono antiche radici antropologiche, si sono evoluti in una forma e in un contesto che raggiungono le zone border-line dei nostri giorni. In questo modo l’archetipo tessile si riattualizza”.
Gli artisti partecipanti presentano una varietà di filoni poetici e l’uso della fibra offre una vasta gamma di metodi e modi. Molti degli artisti, infatti, sono tra i fondatori della fiber art italiana e sono stati selezionati allo scopo di lanciare questo evento di Amelia e per porre solide fondamenta per future edizioni internazionali.
Lydia Predominato è la curatrice artistica della mostra e Cielo Pessione, presidente dell’Associazione Atopos, è la curatrice logistica e responsabile delle relazioni pubbliche e dell’ufficio stampa.
Le due curatrici presenteranno due installazioni di fiber art. Allo scopo di collegare questa mostra al territorio umbro, sono state invitate tre artiste di questa regione, Marilena Scavizzi di Gubbio, Rossella Viti di Lugnano in Teverina e Laura Patacchia di Perugia.
Gli altri aritsit invitati compaiono in catalogo.